The Finger and the Moon Blog

Archive for the ‘Taoism’ Category

Lao Tzu and the creative quietism

Posted on: June 21st, 2014 by Liuba No Comments

Some Taoists believe immortality is the attaining of spiritual freedom through effortless spontaneity and creativity.

Perhaps one of the best known Taoist phrases is, “To be is to do.” Such a general phrase has many possible interpretations. Unfortunately, in the West, the most common interpretation is something like, “Don’t bother doing anything.” Rather than a philosophy of non-action, Taoism should be considered a belief of creative quietism. Lao Tzu advocated a life of action determined by modesty and individual conscience when he wrote:

“The sanest man Sets up no deed, Lays down no law, Takes everything that happens as it comes, As something to animate, not to appropriate, To earn, not to own, To accept naturally without self-importance: If you never assume importance You never lose it..”

 

 

Numeri e Simboli nel Taoismo

Posted on: November 27th, 2012 by Liuba No Comments

Nel Taoismo i Numeri sono concepiti all’interno di un sistema d’emblemi o simboli, nel quale non esprimono la quantità ma la qualità delle cose. Il Numero, in quanto Simbolo, permette di risvegliare un’intuizione che il solo linguaggio non può esprimere. Il Numero riesce ad attivare, nello stesso tempo, i molteplici “collegamenti” della mente umana, in altre parole, è capace di legare gli aspetti più diversi e permettere un’immagine d’insieme.

L’importanza dei Numeri è confermata dalla struttura di molti testi classici della filosofia cinese, come ad esempio lo Hongfan, il Daodejing e l’Yijing.
Quindi i Numeri agiscono come simboli, di cui la serie dall’Uno al Dieci è sufficiente a classificare l’universo e l’ordine della Creazione.

I segni da Uno a Cinque, sono detti Numeri di “apparizione”; cioè numeri preposti alla descrizione della creazione della vita, dalla produzione all’apparizione di un essere vivente. Dal Sei al Nove, incontriamo i Numeri che descrivono il suo sviluppo ed il suo “compimento”.

YI – UNO: Il TAO (DAO)

La difficoltà di spiegare ed interpretare il TAO (DAO) senza limitarne la vera natura nel descriverne il concetto, ha convinto i “Saggi” taoisti ad inserirlo all’interno di qualcosa d’altro, ad esempio un simbolo o meglio ancora, ad esprimerne il principio semplicemente con un numero, il Numero 1.
Dunque il Numero 1 non è soltanto un numero, ma, il Numero. E’ un simbolo numerico che aiuta a comprendere l’Unità Primordiale, l’Unità Fondamentale che è all’origine di tutti i fenomeni manifesti, il Tao, da cui hanno tratto origine tutti gli esseri:

“La Via generò l’Uno, l’Uno divenne il Due, il Due divenne il Tre, il Tre ha prodotto i Diecimila Esseri”
- Laozi dal “Daodejing – Il Libro della Via e della Virtù.

Da questo Numero si generano tutti gli altri e nello stesso tempo sono contenuti nella sua Grande Totalità, espressa dal Numero 10.
Scendendo di livello, l’Uno è collegato alla figura del CIELO (TIAN) e per analogia al PADRE.

ER – DUE: Il Dualismo YIN e YANG

L’Uno genera il Due.
Il TAO (DAO) è costituito da due aspetti, YIN e YANG, due entità opposte ma complementari che sono regolate da un mutuo rapporto di coesistenza, una non può esistere senza l’altra. Come per ombra e luce, basso e alto, dietro e avanti, unione e separazione, questi due principi non sono mai presenti separatamente. In ogni fenomeno è rappresenta la qualità più o meno elevata dell’uno e dell’altro; inoltre, essendo in continua “mutazione”, lo YIN e lo YANG si trasformano ciclicamente l’uno nell’altro.
Questa “qualità” è espressa dal Numero 2.

SAN – TRE: Cielo, Uomo, Terra

1 + 2 = 3 dunque l’UOMO (REN) come risultato della fusione tra CIELO (TIAN) e TERRA (DI). Al Numero 3 ben si addice, dunque, l’idea di CREAZIONE (origine, nascita, uscita, esteriorizzazione) verso un insieme completo (anima, corpo e spirito).

Tre sono le linee intere o spezzate che formano gli OTTO TRIGRAMMI (BA GUA).
Tre sono i livelli temporali: passato, presente, futuro.
Tre sono i Focolari (o Riscaldatori, Campi di Cinabro, SAN JAO) che mantengono la vita.

SI – QUATTRO: Tempo e Spazio

La ciclicità delle stagioni, in una cultura prevalentemente contadina, ne scandisce il TEMPO.

Xia, Estate XIA – ESTATE TAI YANG, Grande Yang
Qiu, Autunno QIU – AUTUNNO SHAO YIN, Piccolo YIN
Dong, Inverno DONG – INVERNO TAI YIN, Grande Yin
Chun, Primavera CHUN – PRIMAVERA SHAO YANG, Piccolo Yang

Simbolicamente il Numero 4 richiama il QUADRATO (anche il suo ideogramma significa cintato, chiuso), la delimitazione di uno SPAZIO e la sua identificazione nelle quattro direzioni, nei quattro punti cardinali: SUD (NAN), NORD (BAI) , EST (DONG) e OVEST (XI).

WU – CINQUE: Il Centro

Il ciclo di mutazione dal Massimo Yang (Numero 3) raggiunge il Massimo Yin (Numero 2) e torna nuovamente al Massimo Yang, in un movimento senza fine.
Questa rotazione avviene attorno un CENTRO (Il Perno, il Capo, l’IMPERATORE) identificato dal Numero 5.

La nozione di CENTRO, spesso, viene assimilata a quella di vuoto mediano, in seno al quale si svolge la vita.
Il 5 è posto al centro della serie di numeri che vanno dal Numero 1 (l’Unità) al Numero 9 (il limite accessibile alla conoscenza umana) che classificano l’Universo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9.

Ora, la TERRA (DI), su cui avviene il mutarsi di tutte le cose, muta a sua volta, diventando operativa e la sua valenza passa da 2 a 5. La creazione si è compiuta con il Numero 5 che conclude la serie dei numeri che descrivono la creazione della vita.

Il Numero 5 è il valore del MOVIMENTO TERRA (TU) all’interno del Ciclo dei Cinque Movimenti (WU XING).
Secondo la numerazione data, in base al “valore o rango”, ai vari movimenti (elementi) data dallo HONG FAN, l’Acqua assume valore 1, il Fuoco 2, Legno 3, il Metallo 4 e la Terra 5.

Shui, Acqua 1. SHUI – ACQUA
Huo, Fuoco 2. HUO – FUOCO
Mu, Legno 3. MU – LEGNO
Jin, Metallo 4. JIN – METALLO
Tu, Terrea 5. TU – TERRA

see more:

http://nuke.tuiillago.it/MTCeFilosofia/NumerieSimboli/tabid/577/Default.aspx

http://lalunanellago.blogspot.it/2010/02/lalchimia-dei-numeri.html


The Finger and the Moon # 3 collective performance photos

Posted on: November 15th, 2012 by Liuba 1 Comment

Genoa, sept 29, 2012, Deconsacrated Gothic Church of S.Agustin Museum

After a year of site specific research and networking in the city of Genoa by the Italian artist Liuba supported by anthropologist Barbara Caputo, 12 people of different spiritual faith and beliefs participated with Liuba in the collective performance, curated by Alessandra Gagliano Candela.

Dopo una lavoro di ricerca antropologica e di contatti sul campo durato circa un anno e portato avanti dall’artista insieme all’aiuto dell’antropologa Barbara Caputo e della curatrice Alessandra Gagliano Candela, hanno partecipato alla performance collettiva insieme col’artista Liuba 12 persone di diverse fedi religiose e cammini spirituali.




Participants met with Liuba into the Deconsacrated Church a few hours before the performance began.The artist explained the importance of everyone feeling well, relaxed and free during the performance; being part of a performance is not like acting in the theater rather it is being natural and true. All the people involved were free to meditate and act in any way he or she liked, needing only to keep in mind simple logistical/spatial rules previously decided upon.

I partecipanti si sono incontrati con Liuba nella chiesa sconsacrata alcune ore prima della performance. Liuba ha sottolineato che era importante che ciascuno fosse sè stesso e agisse con naturalezza e spontaneità, poichè si trattava di una performance e non di uno spettacolo teatrale. Ciascuno era libero di meditare e pregare nella maniera a lui più appropriata, condividendola con gli altri, e rispettando soltanto alcune semplici indicazioni di regia spaziale.


Participants introduced themselves to the others, explaining their reasons for taking part in this important piece of performance art and symbolic faith sharing event.

Ciascuno ha condiviso le motivazioni per cui aveva scelto di essere parte della performance e di meditare insieme a persone di diverse appartenenze religiose. Ogni partecipante era ben consapevole di essere parte di un’opera d’arte e al tempo stesso di un evento simbolicamente importante sulla strada dell’accettazione e del rispetto delle varie spiritualità.

The collective performance began with all the participants on the steps of the church’s apse breathing in unison; respiration is a universal need that is common to all people, religious or otherwise.

La performance collettiva è cominciata con tutti i partecipanti sulla grande scalinata che respiravano insieme. Il respiro è un bisogno e una pratica che unisce tutti gli uomini di ogni diversa provenienza e spiritualità.


Then Liuba descended into the nave, moving among the public and praying various prayers of many religions. On her ad hoc oufit were images of several places of worship, temples and churches in New York City. The participants then descended, one by one, into the nave while meditating individually in their own, personal ways. There was music composed for the event by Liuba which mixes together some sacred music of various religions and video projections of the Finger and the Moon project videos #1 and #2.

Quindi Liuba discese nella navata, in mezzo al pubblico, e cominciò a meditare con preghiere di diverse fedi. Sul suo manto-opera erano raffigurati tempi e chiese di differenti religioni. E ad uno a uno, anche gli altri partecipanti discesero nella navata cominciando le loro meditazioni, muovendosi nello spazio con libertà e improvvisazione. C’era una musica composta da Liuba sovrapponendo musica sacra di diverse religioni, e l’installazione dei due video ‘The Finger and the Moon #1 e 2′ all’inizio della navata.

The performance ended with Liuba writing ‘The Finger and The Moon’ sentence on the floor of the church and then leaving the church and entering the real world and everyday life hand-in-hand with all the participants.”

La performance si concluse con Liuba che, dopo aver scritto sul pavimento della navata la frase di Finger and the Moon, raccolse tutti i partecipanti conducendoli per mano fuori dalla chiesa, nel mondo reale, verso la vita di ogni giorno.

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