The Finger and the Moon Blog

Archive for the ‘Prayers and Rituals’ Category

La meditazione e Om Shanti

Posted on: July 13th, 2015 by Liuba 1 Comment

Oggi mi sono chiesta precisamente cosa voglia dire ‘Om Shanti’, frase che sento spesso pronunciare dopo sessioni di yoga o di meditazione varie.

Mi sembra interessante riportare qui alcune informazioni che ho trovato, e approfittarne per fare una riflessione sulla meditazione e sulle sue tecniche.

Ciò che comunque mi balza all’occhio in maniera evidente è come tutte le vie spirituali e le religioni abbiano il proprio metodo di meditazione/preghiera a come in fondo tutte le pratiche ricerchino la stessa cosa: la comunione con l’Assoluto, la pace interiore, la liberazione dal dolore. A ciascuno, direi, spetta di trovare la via di meditazione o di preghiera più consona, sia per inclinazione personale che per interazione culturale (intendo che la scelta è dettata sia dal proprio modo di essere che dal contesto sociale in cui siamo immersi), ed è per questo che questo blog perlustra molte strade e molti sentieri, per farne emergere la profonda affinità, per crescere nel rispetto di tutte le vie, e per aiutarci a trovare la nostra via.

Om Shanti è un mantra di origine sanscrita. “Om” è la vibrazione sonora del Divino, la frequenza di base che diede origine e alimenta ogni cosa in questo universo. “Shanti” richiama il concetto di “pace”.

Meditazione di Om Shanti (testo tratto dal blog http://spiritualitaquotidiana.blogspot.it/2010/01/25-meditazione-con-om-shanti.html

La meditazione sull’Om Shanti è molto diffusa e raccomandata da numerosi maestri e insegnanti. Sappiate che ogni volta che la effettuate vi mettete in silenzioso collegamento con frequenze spirituali di luce e amore, vi collegate con altre anime e stimolate la crescita della vostra. La si può praticare anche occasionalmente in momenti di sconforto, tristezza e quando si ha bisogno di ricevere aiuto.
Un mantra è un simbolo sonoro che agisce sui corpi sottili, non dovete crederlo ma semplicemente sperimentarlo, concedendovi tempo e disciplina. Permettete a voi stessi di accoglierne gli effetti… e ricordate che solo le modificazioni che accadono al nostro interno possono veramente cambiare la nostra realtà.

Om Shanti porta luce e pace nel cuore di chi pronuncia questo mantra.

 Dopo aver assunto una posizione comoda, con la schiena eretta e gli occhi chiusi, respirate per qualche minuto per prendere contatto con il momento presente, e concentrarvi. Poi cominciate a intonare dentro di voi (quindi mentalmente) “Om Shanti”, cercando di farlo risuonare all’altezza del centro del petto. Il ritmo che si viene a creare deve essere spontaneo, delicato.

Si immagini un “gong” che ci dà il tempo e ad ogni colpo si pronunci mentalmente Om Shanti…. quindi ancora Om Shanti… e così via. Seguire il fluire del respiro non è obbligatorio, anzi bisognerebbe cercare di lasciare il ritmo del mantra più libero possibile, tuttavia può essere di aiuto soprattutto all’inizio della pratica, per radicarla in noi.

Questa pratica si può fare inizialmente per 5-10 minuti al giorno, e in seguito fino ad un massimo di 20 minuti. Non la si esegua per nessun motivo per un tempo superiore. La mente va mantenuta vigile e presente; se subentrano pensieri che disturbano o creano distrazione, semplicemente riportare l’attenzione a quello che si sta facendo, senza lasciarsi scoraggiare dal numero delle interruzioni. In questo modo ci si allena a governare il nostro campo mentale ed emotivo… per scoprire infine che noi non siamo né i nostri pensieri né le nostre emozioni… ma siamo molto di più.

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In questo sito buddhista ho trovato una buona descrizione di tecniche di meditazione  http://santacittarama.altervista.org/meditazione.htm. che vi invito a consultare. Qui di seguito ho estrapolato alcune frasi, sulla meditazione come ‘cura’ per l’insoddisfazione, che mi sembra interessante evidenziare, eccole qui:

Esplorando le vostre intenzioni e i vostri atteggiamenti nella quiete della meditazione, potete investigare il rapporto tra desiderio e insoddisfazione. Vedete le cause della scontentezza: volere ciò che non avete; respingere ciò che non vi piace; non essere in grado di conservare ciò che volete. Questo è particolarmente oppressivo quando siete voi stessi l’oggetto della scontentezza e del desiderio. Non è facile per nessuno essere in pace con la propria personale debolezza, specialmente quando nella società viene tanto enfatizzato lo stare bene, il farsi avanti e ottenere il meglio. Di fatto aspettative di questo tipo rendono difficile accettarci per quelli che siamo.

Tuttavia, con la pratica della Meditazione scoprite uno spazio che vi consente di prendere una certa distanza da ciò che pensate di essere, da ciò che pensate di avere. Contemplando queste percezioni diviene più chiaro che non possedete nessuna cosa in quanto ‘me’ o ‘mio’; ci sono semplicemente esperienze, che vanno e vengono nella mente. Così se, per esempio, esplorate un’abitudine che vi irrita anziché deprimervi a causa sua, non la rinforzate ed essa se ne va. Può ripresentarsi, ma questa volta è più debole e voi sapete cosa fare. Coltivando una quieta attenzione i contenuti mentali perdono forza e può accadere che svaniscano, lasciando la mente chiara e fresca. E’ così che la visione profonda procede sul suo cammino.

 

Rama Navami

Posted on: April 22nd, 2014 by la fra 1 Comment

Lord Rama

Ram Navami é la celebrazione della nascita di Rama, settima reincarnazione del dio Vishnu, detto anche avatara di Vishnu. Il giorno della nascita di Rama corrisponde al nono giorno della luna del mese di Chaitra (Aprile o Maggio). Nel 2014 la grande festa é stata celebrata l’8 di Aprile. Le fotografie coloratissime sono comparse anche sui giornali europei, in cui spiccavano visi tinti di blu e fiamme danzanti. I fedeli cantano, pregano nel consieto canto, il bahjan per il dio Rama. Tra un canto e l’altro alcuni fedeli danzano con una fiamma. Uno di essi, rappresentando la figura di Rama, truccato di blu, colore col quale viene sempre rappresentata questa divinitá, é stato immortalato con un’ostia infuocata sulla lingua. Non tutte le celebrazioni contemplano la spettacolaritá, elemento fondamentale del Rama Navami sembra essere il canto e la lettura privata o pubblica del Ramayana, un antichissimo epico testo scritto da Valmiki alcuni secoli prima di Cristo (tra 500 e 100 a.C.), in cui si raccontano le gesta del dio-eroe. Le letture celebrative includono anche la versione hindi di Tulsidas, chiamata Ramcaritmanas. In migliaia partecipano a questa festa, accorrendo ai templi dedicati a Rama e camminando nelle processioni realizzate con gli idoli di Rama, Sita, la moglie di Rama, Laksmana e Hanumat. In alcuni casi la celebrazione della nascita segue una novena preparatoria, di digiuno e o preghiera dei fedeli, Novaratri. Nella cittá natale di Rama, Ayodhya, nell’Uttar Prades questa festa é vissuta con particolare solennitá, non solo nei templi, ma anche in riva al fiume Sarayu. Si crede che nelle sue acque siano presenti le aque di tutti i fiumi santi dell’India. Rama é amato e venerato da tutti, esempio di uomo, di regnante, é come la bontá che sconfigge il male. Rama nacque figlio del re di Ayodhya, grazie ad un rituale molto complesso eseguito dal re che non poteva avere figli. Rama fu la risposta di Vishnu alla preghiera di Dasharat e di altri dei che non sapevano come sconfiggere l’ego e l’eccesso di Ravana, re dell’isola di Lanka. Ravana era un uomo dotto e intelligente ma il suo dono divino, di non poter essere ucciso nemmeno dagli dei, lo riempí di ego e prepotenza. Per sconfiggerlo Vishnu doveva incarnarsi in un uomo, da uomo poté vincerlo. La venerazione e la preghiera dei fedeli comprende il canto, detto Bhajan. Il termine deriva appunto dal sanscrito bhakti che significa venerazione o preghiera. I Bhajan sono dei mantra che esprimono amore e devozione per la divinitá. Nel video “Nama Ramayanam” di immagini e canti é possibile ascoltarne alcuni, cantati per lui durante la celebrazione  per la sua nascita.

Taizè meditative singing

Posted on: March 10th, 2014 by Liuba No Comments

Taizé is a monastic community located in Taizé, France, founded in the 1940s by a Swiss named Roger Louis Schütz-Marsauche, familiarly called Brother Roger. The “brothers” of Taizé have taken a vow of celibacy and are committed to a lifetime of simplicity, service, and community. There is an ecumenical emphasis at Taizé, as expressed in their official website, which says the community “wants its life to be a sign of reconciliation between divided Christians and between separated peoples.” Brother Roger was especially eager to bring Catholics and Protestants together.

Practicing the silence with icons, candles, incense and prayer stations, this very contemplative community is attracting young people from around the world.

“Short chants, repeated again and again, give it a meditative character,” the brothers explain in a brief introduction printed in the paperback songbook. “Using just a few words, [the chants] express a basic reality of faith, quickly grasped by the mind. As the words are sung over many times, this reality gradually penetrates the whole being.”

 

Sai Baba

Posted on: March 10th, 2014 by Liuba No Comments

L’insegnamento di Sathya Sai Baba si fonda sul concetto che l’uomo sia essenzialmente divino e che debba quindi impegnarsi a riscoprire la propria natura divina.

Satya Sai Baba affermò più volte di non voler fondare una nuova religione, né una setta o un nuovo credo, o di volere raccogliere proseliti; nonostante sia nato in un contesto induista, il suo messaggio era inteso come universale e si rivolgeva indistintamente ai fedeli di tutte le religioni, a cui raccomandava la sincera adorazione di Dio nelle forme e nei mezzi propri di ciascuna religione: cardine del suo insegnamento è infatti l’unità delle religioni e delle discipline spirituali, concepite come strade differenti verso l’unico Dio. Molta importanza è data al canto devozionale (bhajan) e alla preghiera (con la ripetizione dei mantra), al servizio altruistico disinteressato (seva), e allo studio della spiritualità attraverso i testi sacri e spirituali di ogni tradizione o cultura.

Ha affermato inoltre che l’essere umano, per potersi definire tale, dovrebbe vivere secondo cinque valori principali, i cosiddetti valori umani, presenti – seppur in modo latente – in ogni individuo: verità, amore, pace, rettitudine e non-violenza; la cui costante e progressiva riscoperta e messa in pratica costituisce la vera essenza della ricerca spirituale.

Nel 1963 è sorta l’Organizzazione Sathya Sai, organizzazione spirituale non-religiosa e senza fini di lucro o di proselitismo, attualmente attiva in 137 nazioni, fondata con lo scopo di aiutare le persone a «riscoprire la propria natura divina».

L’impegno di Sathya Sai Baba nel campo del sociale si è concretizzato in numerosi progetti di natura umanitaria e filantropica in India, ispirati o portati avanti da egli stesso. Questi progetti (definiti, a seconda della tipologia, SocioCareEduCare e MediCare) includono:

la costruzione di campi medici e ospedali (tra cui il policlinico Puttaparthi Super Speciality Hospital), in cui gli interventi vengono eseguiti gratuitamente;
il “progetto acqua potabile”: un sistema di filtraggio, depurazione e distribuzione dell’acqua ad oltre 1000 villaggi rurali (circa due milioni di persone servite);
il progetto Sathya Sai Gange, un grande canale artificiale per portare acqua nella regione di Madras, caratterizzata dalla siccità;
l’apertura di numerosi istituti scolastici gratuiti, da elementari a università;

  • Love all, serve all – Help ever, Hurt never

How to Perform Salat, the Islamic Ritual Prayer

Posted on: November 29th, 2012 by Liuba 2 Comments

For the Finger and the Moon Project italian artist Liuba met the Imam of the Mosque in Milan who  explained her how to perform the Islamic Prayer. She was invited to the viale Padova Mosque in Milan to pray with Islamic women. Liuba was very rispectful and with the intention to perform the prayer in the proper way.

Before Salaat

1. Body, clothes and place of prayer must be clean.
2. Perform wudu (ritual ablution) if needed.
3. Women are required to cover their hair.
4. Face the Qibla, the direction of Mecca.
5. Stand erect, head down, hands at sides, feet evenly spaced.
6. Recite Iqama (private call to prayer):

7. Express intent to perform Salaat (niyyat):
I intend to offer  _____ rakats of the ____ prayer, and face the Qibla for the sake of Allah and Allah alone.
(For example: “I intend to offer the 4 rakats of the Isha prayer and face the Qibla for the sake of Allah and Allah alone.”)

Begin Salaat

1. Niyyat: Stand with respect and attention; put the world behind you.
Bring hands to ears, palms forward, thumbs behind earlobes and say          (The entire prayer must be recited in Arabic, but for your information we give the English translation next to the Arabic transliteration) :
2. Qiyam: Place right hand over left, men below navel, women at            chest level;
look at the ground in front of you and recite Opening Supplication (optional):

3. Fatiha: Recite aloud the Fatiha, the first surah of the Qur’an.

4. Ruk’u: Hands drop to sides; bend from waist, palms on knees,          back parallel to ground; look at feet.

5. Qauma: Rise from bending to standing, arms at sides.

6.Sudjood;Prostrate-hands on knees,   lower slowly to kneeling  position; touch forehead, nose and palms to ground (but not elbows); bend toes so tops of feet face the Qibla.


7. Qu’ud: Rise to sitting position, looking at lap. Men turn up heel of        right foot, right toes bent; women keep both feet, soles up, under body.

8. Sudjood: Prostrate again.

9. Qu’ud: Rise to sitting position;

10.To proceed to the second       and        fourth rakats:

Then recite the Fatiha, (if this is the second rakat of any time of prayer, recite another short portion of the Qur’an); continue the second or         fourth rakat with Ruku…. 
11. To complete every second rakat and the last rakat:
Remain seated and recite At-Tashahhud:1

To proceed to the third rakat:
Recite the Fatiha and continue third rakat with Ruk’u…. 
At the end of any time of prayer (when all rakats have                      been completed):
Remain seated, recite At-Tashahhud, and then recite the Salawat:

To Complete the Prayer:  Look over right shoulder (toward the angel recording     your good deeds), then the left (toward the angel recording your wrongful deeds); say each time:

Say personal prayers with hands cupped and palms up at chest level.
Wipe face with palms.
If praying in a group, stand and greet each other individually,
saying: “May God receive our prayers.”
1At-Tashahhud is a recreation of the conversation held between Allah and the Prophet Muhammad (peace and blessing upon him) during the night of the Heavenly Ascent (Miraj)


Muharram and New Year!

Posted on: November 15th, 2012 by Liuba No Comments

Today, November 15, 2012, is the first day of the Month of Muharram and Muslim celebrate the New Year, 1434 according to the Islamic calendar.

The Islamic year lasts for about 354 days and consists of 12 months. Muharram is the first month and some Muslims mark the start of the Islamic year on the first day of Muharram. Many Muslims fast during daylight hours on the ninth and 10th or 10th and 11th days of the month to mark the Day of Ashura (Yaumu-l ‘Ashurah).

Muslims do not traditionally “celebrate” the beginning of a new year, but they acknowledge the passing of time, and take time to reflect on our own mortality.
Muslims measure the passage of time using the Islamic (Hijrah) calendar. This calendar has twelve lunar months, the beginnings and endings of which are determined by the sighting of the crescent moon. Years are counted since the Hijrah, which is when the Prophet Muhammad migrated from Makkah to Madinah (approximately July 622 A.D.).

The Islamic calendar was first introduced by the close companion of the Prophet, Umar ibn Al-Khattab. The Islamic calendar is the official calendar in many Muslim countries, especially Saudi Arabia. Other Muslim countries use the Gregorian calendar for civil purposes and only turn to the Islamic calendar for religious purposes.
Happy New Year and Salaam aleikum!

The Finger and the Moon #3 in Genoa on Saturday September 29, 2012

Posted on: September 27th, 2012 by Liuba 3 Comments

PRESS RELEASE

On September 29 2012 at 9:30 p.m. on the occasion of “Giornate Europee del Patrimonio 2012”, in the deconsecrated church of San’ Agostino, in Genoa, a part of the same museum complex, “The Finger and the Moon 3” Liuba (Net) will take place. The third part of ‘The Finger and the Moon Project, began in 2007, at the opening of the Biennale of Venice, and continued in 2009 in Piazza San Pietro in the Vatican (curated by Luca Panaro with streaming in art galleries around the world) will take place in Genoa and constitutes an important and original development.
“The Finger and the Moon”, in fact reflects, on spirituality on our society, on the affinity between different forms of prayer, on religious freedom and respect for every form of religion, on the limits and dangers of fanaticism and of the closing of dialogue. Diverse religious groups will take part in “Finger and the Moon 3”, that will meditate together in a collective performance.
The event, curated by Alessandra Gagliano Candela, is preceded by almost a year of work on the mapping of the territory on the part of the artist and by the anthropologist Barbara Caputo, who established a direct rapport with different religious communities in the area, directly involving the inhabitants of the city.
The church of Sant’ Agostino, a rich container of history and life, lends itself particularly well to the realization of this performance/rite of great emotional and conceptual impact: the interior will host a video-installation that shows the videos of the two preceding stages of the project, while members of diverse religions pray in the nave of the ancient religious building. Liuba is wearing a new art work/clothing fruit of the collaboration between her and the stylist Elisabetta Bianchetti.
Integrated into the project is a special web site and multi-religious and multicultural blog that support the future of the project (www.thefingerandthemoon.net), serving, also, as a platform for an eventual dialogue between the community and project participants. Following the performance there will be a publication and an exhibition in the Museum.
Liuba (NET) is the name chosen by the artist to maintain her identity as an artist and to underline and thank the network of people who collaborate, support, witness and contribute to her project, without which the work would not be possible.
In particular, for The Finger and the Moon 3 I would like to thank : Adelmo Taddei, Director of the Sant’Agostino Museum, Gianna Caviglia, The City of Genova, Alessandra Gagliano Candela, project curator, Barbara Caputo, anthropologist, Elisabetta Bianchetti, stylist and project costume producer, Pat Veriepe, web developer, Francesca Agrati, assistant to the artist, Carlo Timossi, technical and organization help and Claude Adrian Caponetto, translator.
Many thanks to the donators P. Alessio Saccardo, for his generous contribution which allowed us to to realize the project and to Daniele Cabri and Nadia Antoniazzi, Annalisa Cevenini, Cecilia Freschini, Francesca Agrati, Geneviève Saya Brillet, Michel Duchesneau for their support, not just economic.

Giornate Europee del Patrimonio 2012 Museo di Sant’Agostino, Piazza Sarzano, 35 R – 16128 Genova
Tel. 010 2511263 ; fax 010 2464516 www.museidigenova.it