The Finger and the Moon Project è cominciato nel 2006 con un lavoro di ricerca sulle principali fedi religiose del mondo e sui differenti modi di pregare.
Questa ricerca mi ha portato a conoscere e a confrontarmi con l’Imam di una Moschea, a imparare dalla comunità islamica femminile la loro modalità di preghiera, a parlare della religione e della preghiera ebraica con il Rabbino di una Sinagoga, a indagare la pratica e la spiritualità buddista discutendone con diversi praticanti di varie confessioni, a pregare Zazen in un Monastero Zen, a conoscere e sperimentare le celebrazioni spirituali dei Nativi Americani in una riserva del Canada.
THE FINGER AND THE MOON #1
Performance: Apertura Biennale di Venezia, 2007
Abito della Performance realizzato in collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti.
The Finger Moon #1 è stato per la prima volta realizzato da Liuba all’Opening della 52° Biennale di Venezia, il 7 e 8 giugno del 2007. Da questa performance e dalle reazioni delle persone è nata un’opera video a due canali e una serie fotografica.
Cosa ci fa una suora alla Biennale? Il ruolo ricoperto nella società e sancito da un abito, è tale da condizionare i giudizi e le aspettative degli altri? Una persona che sceglie uno status religioso, subisce sguardi diversi nel fare ciò che tutti fanno, come visitare una mostra o bere un cocktail? Qual è il valore della trascendenza nella vita di tutti i giorni? Quale sarà la reazione delle persone? Queste sono alcune delle domande che hanno spinto l’artista a fare questo lavoro.
L’abito creato dall’artista, progettato e realizzato grazie alla collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti, è un particolare abito da suora che ha sottili riferimenti multireligiosi nei dettagli.
Guardandolo nei particolari, è quindi totalmente diverso da quello indossato dalle suore canoniche. L’abito è stato pensato e disegnato ispirandosi alle Madonne medievali e rinascimentali.
Liuba ha concepito una performance da attuare in spazi pubblici (urban interactive performance), mischiandosi tra la folla dei visitatori dell’Opening veneziano. L’ esigenza è quella di confondersi nella realtà e operare dei sottili slittamenti di senso rispetto al consueto. La scelta di fare la performance in ambienti reali di vita quotidiana, causa un’imprevedibilità di reazioni ed eventi, inserendo l’elemento della casualità nel lavoro.
Percorrendo i Padiglioni, meditando con le preghiere delle principali religioni mondiali, l’artista ha provocato riflessioni e reazioni molto varie, che vanno dalla sorpresa, alla contemplazione estatica, alle lamentele, all’approvazione e al boicottaggio (nel padiglione Italia Liuba è stata interrotta mentre faceva la preghiera musulmana e i guardiani le hanno impedito di continuare la performance in quel Padiglione).
PUBLIC SCREENINGS OF THE TWO CHANNEL RESULTING VIDEO
2012 S.Agustin Museum, Genoa (I); Betta Frigieri Arte Contemporanea, 2009, Modena, Italy; Cem Mondialità, 2009, San Marino Republic; Séquence, 2009 Chicoutimi, Canada; Galerie Pascal Vanhoecke, 2009, Paris, France; Native Museum, 2009, Mashteuiatsh (Indian Riserve), Québec, Canada; Galleria Famiglia Margini, 2009, Milan; Placentia Arte, 2009, Piacenza, Italy; Galleria 12 -13, 2009, Rome; Archibishop Place 2009, Belem, Brasil; Il Giornale.CH, 2009, Zurich, Switzerland.
THE FINGER AND THE MOON #2
Performance: Piazza S. Pietro, Città del Vaticano, 2009
A cura di Luca Panaro
Abito della Performance realizzato in collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti
The Finger and the Moon #2 si è svolta Sabato 9 Maggio 2009 in piazza S.Pietro, Città del Vaticano. Da questa performance è nata un’opera video a due canali e una serie di videostills. (Leggi il testo sull’idea del video)
Avvalendosi delle più avanzate tecnologie la nuova urban interactive performance di Liuba The Finger and the Moon #2 è stata vista ed esposta ‘live’ in contemporanea in differenti luoghi del mondo, che in questo modo sono stati simbolicamente connessi in un unico canale.
“In questa seconda parte del più vasto progetto The Finger and the Moon, come scrive il curatore Luca Panaro, l’artista Liuba ha deciso di sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, creando un evento espositivo, performativo e multimediale di grande interesse.
La particolarità di questo lavoro risiede nella creazione di un network di gallerie sparse in tutto il mondo, invitate ad ospitare contemporaneamente la performance live, trasmessa mediante una rete telematica. Se è vero che internet rappresenta per l’uomo la realizzazione del suo innato desiderio di ubiquità, quest’opera di Liuba ne è la sua più evidente manifestazione.
La facoltà di essere presente simultaneamente in luoghi diversi, normalmente concessa soltanto alle divinità, può essere virtualmente estesa a tutto il genere umano grazie all’utilizzo del web. Non a caso, il successo di questa tecnologia, risiede proprio nella possibilità di moltiplicare il proprio “io” all’interno di un social network. In The Finger and the Moon #2, Liuba dimostra di avere compreso questa particolarità del nostro tempo, indirizzando la propria ricerca in quella direzione.
L’ubiquità ottenuta mediante le odierne innovazioni, acquista un significato particolare anche in relazione al contenuto del messaggio trasmesso. La performance ha infatti come tematica la riflessione sulle principali religioni del mondo, evidenziando affinità fra le differenti modalità di preghiera concesse.
Il luogo scelto come teatro della sua azione performativa è tanto insolito quanto carico di simbolismi, cioè Piazza San Pietro nel Vaticano. Lo stesso si può dire per l’abito utilizzato dall’artista, un esemplare unico creato assieme alla stilista Elisabetta Bianchetti, un vestito apparentemente simile a quello indossato dalle suore cristiane, ma con diversi accorgimenti che consentono a Liuba di praticare contemporaneamente la preghiera musulmana e quella ebraica, la meditazione buddista, la spiritualità dei nativi americani e varie posizioni yoga-indù.
Questa performance è stata preceduta da The Finger and the Moon #1, opera realizzata nel 2007 durante l’inaugurazione della 52° Biennale di Venezia. Nella seconda parte del progetto, però, per la prima volta, Liuba condivide con il suo pubblico una parte della performance, dal video ricavato dall’azione precedente, l’artista ha scelto minuziosamente quello che desiderava mostrare, e in The Finger and the Moon #2 si apre invece al caso, all’imprevisto, atteggiamento tipico di chi si affida alle tecnologie. L’intento è quello di stabilire uno stretto rapporto con gli spettatori che assistono alle sue azioni performative. La partecipazione e l’interazione con il pubblico inconsapevole, ma curioso, è una componente fondamentale della sua opera.
E’ ormai chiaro, come questo progetto artistico riguardi la tolleranza, l’accettazione della diversità, la ricerca di una sintonia con il divino, raggiungibile mediante differenti comportamenti rituali. Ma è anche una critica alla presunzione che si nasconde dietro ogni religione, l’esistenza di un solo Dio che esclude gli altri, quindi la chiusura, e purtroppo, il fanatismo che ne consegue. In Oriente si dice: «Se qualcuno vi indica la luna, guardate la luna e non il dito puntato a indicarla». La religione è quel dito, indica una via, ma per seguirla è necessario guardare oltre, senza trincerarsi dietro le usanze di un solo credo religioso, ma accettando le diversità come una risorsa necessaria al raggiungimento del nostro desiderio di infinito.” (Luca Panaro)
La performance e il collegamento live in streaming sono cominciati alle 19 ora italiana e sono durati finchè la Polizia non ha fermato l’artista, dopo più di un’ora, impedendole di pregare in maniera ‘insolita’ sul suolo del Vaticano. (Leggi dialogo fra Liuba e la Polizia)
Lo streaming è stato visibile solo in luoghi ‘fisici e reali’ , dove le persone si sono radunate per vedere la diretta via streaming. Solo le location del network avevano la password per connettersi allo streaming.
LOCALITA’ PARTECIPANTI ALLO STREAMING E GALLERIE DEL NETWORK
Amsterdam (NL)
Beijin (CI) - YUANFEN NEW MEDIA ART SPACE – Seven Stars East Street Dashanzi Factory 798, Chaoyang Qu, Beijing 100015,China www.yuanfenart.com
Belem (BR) - ARCHIBISHOP – BELEM
Chicoutimi (CA) - SÉQUENCE, 132 rue Racine Est, C.P. 442, Chicoutimi, Québec, G7H 5C2, Canada - tel. +1 418.543.2744 - www.sequence.qc.ca; gsenechal@sequence.qc.ca
Jerusalem (IS)
Mashteuiatsh, Innu community, (CA) - THE NATIVE MUSEUM OF MASHTEUIATSH - 1787 Amishk Street, Mashteuiatsh, Québec G0W 2H0 http://www.museeilnu.ca; - srobertson.museeilnu@cgocable.ca
Milan (I) - GALLERIA FAMIGLIA MARGINI - via Simone d’Orsenigo, 6, 20100 Milan- www.famigliamargini.com - famigliamargini@gmail.com
Modena (I) – BETTA FRIGIERI ARTE CONTEMPORANEA - Via G. Muzzioli 8, 41012 Modena, tel. +39 3393766367, www.associazioneculturalebettafrigieri.it - info@associazioneculturalebettafrigieri.it
Montreal (CA)
New York (US)
Paris (F) - GALERIE PASCAL VANHOECKE, 21 rue des Filles-du-Calvaire, 75003 Paris Tel: +33(0)1.40270927 - www.galeriepascalvanhoecke.com - contact@galeriepascalvanhoecke.com
Piacenza (I) - PLACENTIA ARTE, Via G. B. Scalabrini 116, Piacenza, Italy +39 3393766367, info@placentiaarte.it - http://www.placentiaarte.it
Rome (I) - GALLERIA 12 -13 - Via Garibaldi 12/13, Trastevere, 00100 Roma www.galleria12-13.it - info@galleria12-13.it
San Francisco (US)
Saint Petersburg (R)
Tel Aviv (LIB)
Turin (I)
Tokio (JA)
Venice (I)
Zurich (CH) - REDAZIONE IL GIORNALE.CH - Im Rüeblig 5c, 8117 Fällanden (Zürich) Tel 0041 (0) 786090797 , www.ilgiornale.ch - redazione@ilgiornale.ch
Lo streaming nelle seguenti località: Amsterdam, Jerusalem, Montreal, New York, San Francisco, Saint Petersburg, Tel Aviv, Torino, Tokio, Venezia è stato presso collezionisti privati, studi di artisti e comunità religiose. Per motivi di privacy i singoli indirizzi non sono pubblicati su questo sito.
(Leggi messaggio di Liuba alle gallerie connesse in streaming)
PUBLIC SCREENINGS OF THE TWO CHANNEL RESULTING VIDEO
2014 Fünfseenfilmfestival, Bavaria (D); 2013 Flash Art Event, Milan (I); 2012 S. Agostino Museum, Genoa (I); 2011 “The Mystical self, Art Verona and Civic Public Library, Verona (I); 2011 3rd Ward, Brooklyn, NY (US); 2011 (.Box) Videart Project Space, Milan (I); 2011 “ Flashforward 3” (.Box) Videart Project Space, Milan (I); 2010 Diocesan Museum, Jesi (I); 2009 Betta Frigieri Arte Contemporanea, Modena, (I); 2009 Cem Mondialità, San Marino Republic; 2009 Séquence, Chicoutimi, Canada; 2009 Galerie Pascal Vanhoecke, Paris, France; 2009 Native Museum, Mashteuiatsh (Indian Riserve), Québec, Canada; 2009 Galleria Famiglia Margini, Milan; 2009 Placentia Arte, Piacenza (I); 2009 Galleria 12 -13, Rome; 2009 Archibishop Place Belem, Brasil; 2009 Il Giornale.CH, Zurich (CH)
THE FINGER AND THE MOON #3
Performance collettiva: Chiesa Sconsacrata del Museo Sant’Agostino, Genova, sabato 29 settembre 2012
A cura di: Alessandra Gagliano Candela
Supporto antropologico: Barbara Caputo
Abito della Performance realizzato in collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti
A “The Finger and the Moon #3”, hanno preso parte esponenti delle più diverse confessioni religiose, che hanno meditato insieme in una performance-rito collettivo.
L’evento, curato da Alessandra Gagliano Candela, è stato preceduto da quasi un anno di lavoro di mappatura sul territorio, svolto dall’artista e dall’antropologa Barbara Caputo, che hanno stabilito un rapporto diretto con le diverse comunità religiose presenti, coinvolgendo direttamente gli abitanti della città ad esse appartenenti .
Il lavoro artistico di Liuba ha già, da parecchi anni, una matrice interattiva e un interesse specifico alla realtà sociologica e urbana dei luoghi e delle persone che vi abitano.
In questo progetto, l’artista, decide di andare ancora più a fondo in questa direzione, facendo una ricerca fra le diverse comunità religiose-spirituali presenti nella città e coinvolgendo le persone a partecipare direttamente e attivamente nella performance collettiva, che si è tenuta nella chiesa di s. Agostino.
La chiesa di S. Agostino, contenitore ricco di storia e di vissuto, si presta particolarmente bene alla realizzazione di questa performance-rito di grande impatto emotivo e concettuale: al suo interno una videoinstallazione presentava i video delle due precedenti tappe, mentre le persone appartenenti alle varie confessioni si spostavano liberamente, ciascuna con la propria preghiera, lungo la navata dell’antico edificio religioso, interagendo anche fra di loro. Liuba indossò per l’occasione un nuovo abito-opera, frutto della collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti, come nelle due precedenti tappe.
La volontà dell’artista è quella di mescolare l’arte con la vita. Inoltre è molto importante, in tempi come quello presente, dove si assiste spesso ad antipatici episodi di intolleranza e stigmatizzazione del diverso, lavorare sul concetto di unità, di pari dignità delle persone e dei culti, cercando di dare un contributo, seppur umile, al dialogo e alla riflessione sulle spiritualità.
Liuba (NET) è il nome che Liuba ha scelto per mantenere la sua identità di artista, ma anche per evidenziare e ringraziare il network di persone che collaborano, supportano, assistono e contribuiscono ai suoi progetti, senza i quali il lavoro non sarebbe possibile.
In particolare per THE FINGER AND THE MOON #3 : Adelmo Taddei, Direttore del Museo di S. Agostino, Gianna Caviglia, Comune di Genova, Alessandra Gagliano Candela, curatrice del progetto, Barbara Caputo, antropologa, Elisabetta Bianchetti, stilista e produttrice dell’abito, Pat Veriepe, web developer, Francesca Agrati, assistente dell’artista, Carlo Timossi, assistenza tecnica e Janet Burnham; Claude Adrian Caponetto, per le traduzioni, Elena Aromando e Luisa Rognoni,Assistenti foto back stage, Carolina Cuneo e Mario Duchesneau, documentazione foto performance, Matteo Trillo e Virginia Monteverde, documentazione video performance, Fazio, web assistent.
Partecipanti alla performance:Carmelo Tita Gallo, Cristina Peruzzi, Diana Mantzoros, Luisa Rognoni, Berty Milate, Enzo Gavino, Carlo Timossi, Roberto Rossini, Graziella Bevilacqua, Flavia Di Bartolo.
Un grande grazie ai donatori:P. Alessio Saccardo, per il suo generoso contributo che ha permesso di cominciare a realizzare tutto. Daniele Cabri e Nadia Antoniazzi, Annalisa Cevenini, Cecilia Freschini, Francesca Agrati, Geneviève Saya Brillet, Michel Duchesneau per il loro sostegno non solo economico.
leggi il racconto della performance
leggi le prime impressioni sulla performance
“Vivekenanda, il grande mistico indiano, viaggiava alla fine dell’800 negli Stati Uniti per far conoscere l’induismo.
A San Francisco, alla fine di una sua conferenza, una signora americana si alzò e gli chiese: “Non pensa che il mondo sarebbe più bello se ci fosse una sola religione per tutti gli uomini?”
“No” rispose Vivekenanda, “Forse sarebbe ancora più bello se ci fossero tante religioni quanti sono gli uomini”
Tiziano Terzani, Lettera dall’Himalaya
THE FINGER AND THE MOON #4
Serie di fotografie scattate a New York da LIUBA nel 2012 sui differenti templi e luoghi religiosi di ogni confessione presenti nella città. Molte di queste foto sono servite per realizzare il vestito opera realizzato per la performance di Genova The Finger and the Moon #3 e prodotto dalla stilista Elisabetta Bianchetti.
THE FINGER AND THE MOON #5
Serie di 7 polittici, 2013 . La serie si ispira ai polittici medievali composti da un immagine principale e da una predella sottostante, le opere sono costruite assemblando fotografie e videostills presi live dalle 3 performances del progetto, in una ricerca che apre a nuove prospettive concettuali, semantiche ed estetiche.